Giornata della libertà di stampa, iniziative coordinate a Roma e Palermo

Giornata della libertà di stampa, iniziative coordinate a Roma e Palermo

«Il mestiere del giornalista è pericoloso, anche in Italia, soprattutto per chi fa inchieste e pubblica notizie scomode per il potere e i potenti». È quanto emerge, non lasciando indifferente la nostra categoria, dai dati di Ossigeno per l’informazione, al centro di un convegno/corso di formazione in svolgimento a Roma oggi 3 maggio 2024 nella ricorrenza della Giornata mondiale della libertà di stampa indetta dall’Onu. L’evento, dal titolo “Ossigeno. Rischi, protezioni, obblighi e doveri dei cronisti”, è organizzato in collaborazione con l’Odg del Lazio, la Casa del jazz e la Fondazione musica per Roma, e si svolge in coordinamento con Palermo, con il Giardino della Memoria di Ciaculli (nella foto), terreno agricolo in cui sono stati piantumati decine di alberi, ognuno in ricordo di un magistrato o di un giornalista ucciso dalla mafia.

«È una giornata che sentiamo particolarmente nostra - ha detto Roberto Gueli, presidente dell’Ordine dei giornalisti Sicilia - perché nel ricordo dei trenta giornalisti italiani uccisi perché cercavano la verità, abbiamo modo di ricordare anche i siciliani Cosimo Cristina e Peppino Impastato dei quali ricorre proprio in questi giorni l’anniversario della morte. La memoria nei confronti delle nostre vittime è per noi un pungolo, uno stimolo costante nella programmazione di tutta la nostra attività. L’Ordine dei giornalisti Sicilia, infatti, ospita due mostre - una permanente, una itinerante - curate dal collega e consigliere Odg Sicilia Franco Nicastro, dedicate ai giornalisti uccisi da mano mafiosa,  mostre che di recente sono anche state ospitate al Parlamento europeo a Strasburgo. Siamo ben lieti di iniziative come quella di oggi e di altre che potranno sorgere in futuro sempre in tutela di chi esercita la professione di giornalista».

I rischi più frequenti in cui ancora oggi incorre chi esercita la professione giornalistica, sono le reazioni violente e le querele pretestuose, le intimidazioni, le ritorsioni più o meno gravi. Il Lazio e la Sicilia sono fra le regioni con più giornalisti minacciati. Quanto sia pericoloso il lavoro dei giornalisti lo dicono ogni giorno le cronache. Ma a darne un quadro e una misura complessiva sono i dati e le analisi di Ossigeno (settemila giornalisti minacciati in Italia dal 2006 a oggi). Essi indicano anche un tasso di impunità che supera il 90%. 

In risposta a queste tendenze nasce il coordinamento Roma-Palermo, annunciato alla presenza dei dirigenti di Ossigeno, del segretario della Stampa romana, Stefano Ferrante, del segretario dell’Assostampa Sicilia, Giuseppe Rizzuto, dei presidenti degli Ordini dei giornalisti del Lazio e della Sicilia, Guido D’Ubaldo e Roberto Gueli - collegato in videoconferenza - del segretario del Sindacato cronisti romani, Fabrizio Peronaci, e da rappresentanti del Gruppo cronisti siciliani.